I numeri delle persone risultate positive al coronavirus sono sempre in aumento: il virus si sta diffondendo velocemente in diversi paesi del mondo, provocando un grande numero di contagi e decessi.

Nonostante le misure restrittive di isolamento e tutte le indicazioni preventive di contenimento del virus, la sollecitazione dello stato di paura è continuo, sia nelle persone maggiormente esposte al pericolo, come il  personale sanitario, i farmacisti, gli addetti dei supermercati, sia in quelle che sono in isolamento a casa.

Ma allora quante sono le persone colpite dall’ansia e dallo stress a causa della pandemia in atto? È necessario premettere che la paura è normale, anzi, essenziale, è una delle emozioni fondamentali ed è utile.  E’ stata selezionata dall’evoluzione della specie umana per prevenire o evitare i pericoli. Inoltre è funzionale a farci mettere in atto quei comportamenti preventivi e protettivi che tutelano la nostra salute e quella degli altri.

La paura diventa disfunzionale quando ci spinge a prendere misure sproporzionate rispetto a quelle indicate o quando ci porta ad uno stato di disagio, diventando ansia, fobia, depressione… A quel punto diviene patologica e non ci aiuta, ma anzi ci può danneggiare.

Pensiamo alla paura come se fosse il sistema di allarme di casa, generalmente innescato se vengono forzate la porta d’ingresso oppure una delle finestre. Se si attiva quando c’è vento all’esterno dell’abitazione, è evidente la presenza di un malfunzionamento. Questo è quello che ci sta accadendo: ora siamo molto sollecitati dal punto di vista emotivo  e questo può aver disregolato il nostro sistema di allarme.

Allora come possiamo fronteggiare la paura durante il confinamento in casa?

  1. Normalizziamo le emozioni. Spesso sentiamo di non riuscire a tollerare le emozioni spiacevoli e che dovremmo gestirle meglio. Ma è normale sentirsi ansiosi, dispiaciuti, impotenti e sopraffatti quando affrontiamo un trauma. Questo è il trauma. Siamo tutti spaventati per cose che possono accadere a noi e ai nostri cari. Abbiamo il diritto di sentirci male. Ma abbiamo anche il diritto di fare quello che possiamo per sentirci meglio. Quindi concentriamoci su quello che possiamo controllare e accettiamo che non possiamo controllare quello che non conosciamo. Insomma, permettiamoci di essere vulnerabili, anche in un’ottica di crescita personale.
  2. Mettiamoci in contatto con famiglia e amici. Il fatto che siamo chiusi in casa ed isolati non vuol dire che siamo soli: pensiamo ai nostri amici e parenti e contattiamoli. Possiamo mandare mail, messaggi , chiamare al telefono, usare le piattaforme video per vederci in tempo reale.
  3. Pianifichiamo attività quotidiane. Stare a casa non vuol dire che non ci sia niente da fare. Sicuramente ci sono tante cose che abbiamo procrastinato. Programmare la nuova routine ci darà una nuova progettualità, un senso di efficacia che ci aiuterà a distrarci dalle preoccupazioni. Ogni attività ha un suo scopo. Fare la lista delle cose da fare, spuntare quelle che abbiamo fatto e annotare come ci sentiamo rispetto a esse. Se qualche voce manca, mettiamola nella lista del giorno seguente. Questa è una tecnica tipica della TCC che si chiama ‘pianificazione delle attività e attivazione comportamentale’. Più facciamo e ci teniamo impegnati, meglio ci sentiamo.
  4. Consideriamolo come tempo libero. Probabilmente conosciamo la sensazione del non avere abbastanza tempo per fare quello vogliamo e adesso abbiamo tanto tempo a disposizione. Certo, realisticamente non siamo nelle condizioni di fare molte delle cose con cui ci divertivamo in passato. Possiamo fare quello che abbiamo rimandato, possiamo individuare delle cose che abbiamo messo da parte: fare dei lavori domestici, riorganizzare un armadio, riordinare la casa, chiamare o scrivere a qualcuno con cui non siamo più in contatto, leggere, vedere film e serie TV, imparare a cucinare nuovi piatti… Questo è il momento per fare qualcosa che vogliamo e ci piace, usiamolo: ruminare e rimuginare non ci aiuterà.
  5. Facciamo attività fisica. Possiamo vedere dei video su internet che ci possono servire per fare un po’ di esercizio a casa: fare movimento, praticare yoga, corsa sul posto o altri esercizi.
  6. Mangiamo e beviamo in modo sano. Quando siamo stressati spesso tendiamo a mangiare di più o a mangiare cibo spazzatura o a bere più del solito. Teniamo d’occhio questo problema. Pensiamolo come un momento utile in cui pianificare i nostri pasti. Un’altra opportunità che abbiamo è quella di cucinare con creatività, provare nuove ricette, rispolverare quello che cucinavano per noi i nostri familiari .
  7. Supportiamo qualcuno che sta passando momenti difficili. Siamo tutti insieme in questa situazione e possiamo sostenerci reciprocamente, magari contattando chi sta attraversando momenti particolarmente difficili, qualcuno che vive da solo o che è vulnerabile alla depressione e all’ansia. Anche noi ci sentiremo meglio dopo averlo fatto, perchè quando aiutiamo, diamo aiuto anche a noi stessi.

Concludendo, sapere cosa possiamo fare da un punto di vista pratico, durante il lockdown, ci consente di spostare il nostro focus attentivo da processi cognitivi di ruminazione e rimuginio e da attivazioni emotive intense.

Ricordarci di stare nel presente è quello che possiamo fare ed  è un allenamento a cui possiamo dedicarci, ORA.

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